venerdì 18 aprile 2008

Libri, libri, e ancora libri: ricordi di bambina

Ho da poco ricevuto il premio "Di libro in libro" da Dolcetto. Ho pensato che, quando si parla di libri, non posso che sentirmi coinvolta, ma in questo caso è stata una pura coincidenza che io sia stata premiata, per via del fatto che ho letto la sua rubrica, e per questo motivo ho sentito il bisogno di scrivere un posticino dedicato ai libri e alla mia passione per la lettura.
Ho provato a fare un elenco di alcuni libri che mi son piaciuti, ma ho smesso subito perché è assolutamente impossibile ricordare tutto ciò che ho letto!
Ho imparato a camminare a 17 mesi per un problema alla anche, e lo stesso giorno che ho mosso i primi passi pretendevo di camminare per la strada leggendo un giornalino (al contrario) -.- .
All'ingresso della scuola elementare sapevo già leggere e scrivere da più di un anno, e da allora non c'è mai stato un periodo in cui io non abbia avuto una lettura in corso. Che si trattasse di "Topolino", libri di fiabe, i primi romanzi o altro, ho sempre avuto un libro sulla mensola sopra al letto. Considerando una media di tre giorni per libro, facendo un rapido calcolo (in compenso in matematica sono semrpe stata una schiappa ma sto usando la calcolatrice ;P), arrotondando per difetto ho letto 121 libri all'anno dall'età di sei anni, che in 17 anni fanno niente po' po' di meno che 2057 libri!!! Sembra assurdo, ma i dati su cui ho fatto i calcoli sono assolutamente reali. Preciso che non sono proprio 2057 libri diversi, perché io ho l'abitudine di rileggere i libri molte volte. Anzi... li ho riletti quasi tutti almeno due volte. Poi c'è il grande record dei Pilastri della terra, 1030 pagine sottili e scritte piccole lette 24 volte. E qui ho esagerato, perché alcuni pezzi li so ormai a memoria. E senza contare i Topolino, che leggo nei momenti di relax... e non precisiamo quali.
Ricordo che, alla domanda "Che cosa porteresti su un'isola deserta?" da ragazzina rispondevo sempre "I miei libri, la mia musica, una palla". Ricordo anche un periodo particolare, le elementari, quando ho scoperto i grandi classici come "Piccole donne" e i vari seguiti, "La capanna dllo zio Tom", "Sara Greve reginella prigioniera", "Il lampionaio", "Papà Gambalunga", "Pattini d'argento", "La piccola Robinson", "Una ragazza fuori moda", e così via, tutti libri che avrò riletto una ventina di volte l'uno; il pomeriggio facevo i compiti, poi appena finivo iniziavo a leggere, e andavo avanti fino a cena, poi dopo mangiato ritornavo sul letto a leggere. Forse ero una bambina un po' strana, perchè spesso mia mamma mi diceva "Ele, basta libri, esci un po', sei sempre in casa!" e io rispondevo che avevo finito il mo dovere e ora potevo dedicarmi a ciò che mi piaceva fare, che era appunto leggere. Non so quanto sia durato questo periodo, perché comunque ricordo di aver trascorso tanto tempo fuori in cortile a fare le gare di verticali col vicino, andare in bicicletta e giocare a palla, ma in inverno, quando fuori non si poteva stare, io mi immergevo nel mio mondo immedesimandomi nelle mie eroine e piangevo, e ridevo, per le emozioni fortissime che i libri mi regalavano, e poi speravo sempre che mi succedessero le stesse cose così da potermi comportare allo stesso modo loro.
Poi sono cresciuta, i libri sono cambiati, sono diventati più impegnativi. Ho letto I pilastri della terra la prima volta in prima liceo, ci ho fatto un tema e ho preso 9 1/2, quando il massimo era 8. Da allora, ho iniziato a trovare difficoltà a leggere qualcosa che mi desse altrettanta soddisfazione. Erano passati i bei tempi in cui qualsiasi cosa leggessi mi piaceva, tutti quei bei classici per ragazzi. Ormai, letti già tutti. E così, ancora oggi, presa dalla solita sete inappagabile di letture, ogni tanto provo nostalgia dei primi tempi, vorrei non averli ancora letti per poterlo fare adesso. E sono sempre alla ricerca di altre emozioni tanto forti.


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