Intro
Non l’ho mai raccontata, perché l’inizio di questo mio blog, che compirà due anni a marzo, ha coinciso proprio con la sua fine. Avete presente quando chiudete una porta, e per farvi forza, per non tornare indietro, ne aprite un’altra? Vi dedicate a qualcosa, ed è più facile andare avanti.
Non l’ho mai raccontata, perché l’inizio di questo mio blog, che compirà due anni a marzo, ha coinciso proprio con la sua fine. Avete presente quando chiudete una porta, e per farvi forza, per non tornare indietro, ne aprite un’altra? Vi dedicate a qualcosa, ed è più facile andare avanti.
L’inizio
A. è ancora adesso una delle persone più importanti della mia vita. Lo conosco da sempre, era il fratello maggiore di una mia compagna di scuola elementare. Un altro bambino, proprio come me, con altri amici più grandi, che però vedevo regolarmente alle feste di compleanno, alla Prima Comunione, alla Cresima.
Poi siamo cresciuti, con la mia compagna ho perso i contatti, e di conseguenza non ci siamo mai più visti neppure noi.
Giugno 2003, quarta liceo. La mia compagna mi invita a una festa di compleanno, quella di suo fratello. Io declino subito, non conoscerò nessuno degli invitati e con lei non ho contatti da secoli, che cosa ci vado a fare?? (eeehhhh…. non ero ancora la Gaijina di adesso!).
Il messaggio successivo è di un numero sconosciuto, che si rivela proprio il festeggiato, e che mi prega di andare alla festa, che ci sarà un sacco di gente che conosco anch’io, e che avrei potuto andare con sua sorella e tornare sempre con lei. Boh… che dovevo fare? Ho detto sì.
Grande errore, la festa per me un’autentica noia, la mia vecchia compagna tutta la sera appiccicata al fidanzato, io appiccicata al muro, intorno a me tutti sconosciuti perfettamente integrati fra loro. Il festeggiato a malapena mi ha salutata.
Passa qualche tempo, è estate.
Io parto per Spotorno, a badare come ogni anno alla figlia di una mia carissima amica. Durante la mia permanenza la mia ex compagna di scuola mi dice che suo cugino vorrebbe conoscermi dopo avermi vista alla festa, ma io non mi ricordo chi sia quindi sono un po’ titubante… (di nuovo, non ero quella di ora!). Ah!!!! Sapete, tra parentesi, chi era costui??? Ahahhahahahhaha mi sto scassando!! Era il mio attuale migliorissimo amico, quello con cui mi dico tutto, ma proprio tutto… quello che ad Halloween faceva la patella maschio con la mia amica Alessia, quello che mi manca così tanto adesso (tivibi, Willy! ).
Comunque non se n’è fatto niente, io torno a Torino e riprendo la mia vita di sempre.
Un giorno incontro A. mentre mi sto prendendo un gelato insieme alla mia amica, lo trovo nello stesso spiazzo della gelateria del mio paese. Scambiamo due parole, poi lui entra in un negozio lì. Si rifa vivo una sera, forse addirittura la stessa, chiedendomi se ho voglia di uscire. Io dico che sono impegnata e stento a crederci!!! A. che mi chiede di uscire????? Ma se manco ci conosciamo!!! Insomma… lo ammetto, sono di gusti difficili. Per di più, non sono la tipa che esce tanto per, ma solo se la persona che me lo chiede mi piace assai. Insomma, se intuisco che c’è un interesse nei miei confronti da parte di qualcuno che a me non interessa, non ci esco. Che senso avrebbe??
Lui non l’ha bevuta, così è subito corso ai ripari dicendomi che voleva uscire come amici, solo perché non aveva voglia di stare a casa ma tutti i suoi amici erano impegnati. Ah va??? Ma pensa te questo!, e che sono io??? L’ultimo carro?? Bene, benissimo… stai fresco!! Però visto che in ste serate mi sto annoiando a morte e mi hai detto che è solo per uscire, usciamo pure. Però giovedì, che stasera sono impegnata (palle). E così andò.
A quello che alla fine fu un appuntamento, lui si presentò con capelli da lavare, barba da fare, coi vestiti tenuti addosso un’intera giornata di lavoro (era pure estate… bleah!), e tra i denti i resti del pranzo. Sono impietosa lo so, a raccontare certi particolari, ma non fu forse impietoso lui, quella sera, a presentarsi così?? Ma almeno mi convinsi che non era per nulla interessato, altrimenti chi mai si sarebbe mostrato a un appuntamento in quelle condizioni???
Andammo a Rivoli, a passeggiare e a prendere un gelato. Era l’estate di Drops of Jupiter, era l’estate di Ja sei namora, io ero ancora una niubbetta col computer e smaniavo per avere della musica che sentivo per radio e non sapevo come trovarla. Appena salita in macchina (era la prima volta che uscivo con qualcuno con una macchina), è partita tutta la musica che cercavo da secoli!! Uno spettacolo! Nonostante la sua presenza non fosse delle migliori, la serata fu piacevolissima; parlammo come amici di vecchia data, senza un briciolo di imbarazzo, senza momenti di silenzio, godendoci la buona musica e scoprendo un sacco di cose di noi. Il negozio dove l’avevo visto entrare, quello a fianco alla gelateria, era suo! Aveva aperto un negozio di computer due anni prima, mettendosi in proprio dopo aver lavorato come dipendente in un altro negozio. Quel posticino era un po’ come la sua casa, ci passava ogni giorno ore ed ore, e andava sempre qualcuno a trovarlo dei suoi amici, o a portargli pizzette o salatini da mangiare insieme. Il retro del negozio era un porto di mare, a qualsiasi ora potevi trovarci almeno 3 persone, di passaggio.
Insomma… Tornai a casa con la promessa da parte mia di passarlo a trovare in negozio, e da parte sua di farmi un bel cd da portarmi in vacanza.
Passano i giorni, arriva quello prima della mia partenza, e ancora non ho il cd. Gli scrivo e lui mi dice che sarebbe passato quella sera a portarmelo. A tarda sera ancora niente… Gli riscrivo (volevo il cd!!!) e lui mi dice che si era dimenticato… -.-' così dopo un po’ arriva, mi dà il cd con titoli, autori e mini-dedica, ci auguriamo buone vacanze e ci lasciamo.
La mia destinazione era come sempre Costa Azzurra in Francia coi miei, con gli amici con cui mi ritrovavo ogni anno, la sua era Toscana col gruppo.
Grazie a quel cd A. ha avuto l’approvazione di tutte le mie amiche del mare… era fantastico!! Un mix di canzoni nuovissime e di vecchi cult come Sweet home Alabama, che avevano conquistato persino i ragazzi, che insistevano per ascoltare ‘la mia musica’.
Ci siamo sentiti un paio di volte allora, poi io sono tornata, ho aspettato che tornasse anche lui, e sono andata in negozio a mantenere la promessa. Lui sorpreso, ma contento. E’ passato parecchio tempo da allora, non mi ricordo il resto della telecronaca, fatto sta che abbiamo cominciato a frequentarci piuttosto spesso, io ad andare in negozio e alle varie feste, a portargli pizzette e caramelle che sapevo ci piacevano, etc…
Le volte che ci trovavamo a guardare un film da lui, erano momenti di grande imbarazzo. Stavamo lì, sul suo letto, come due amiche, a ridere davanti all’Era glaciale, e senza manco sfiorarci. Ma intanto passavano i mesi, coi ci frequentavamo regolarmente, e non capivamo più una mazza. Io gli avevo detto che credevo nell’amicizia uomo-donna, lui invece non ci credeva, quindi nella sua testa lui pensava che visto che io ci credevo, allora per me lui fosse solo un amico, nella mia testa invece mi dicevo che, visto che lui non ci credeva, allora l’unico motivo per cui non si faceva avanti con me era perché non gli piacevo. Insomma… due sommi cretini. Finalmente una sera io misi il mio braccio sulla coperta, come un invito, e dopo un po’ il bell’addormentato mi prese la mano. Che conquista!!!
Poi non mi ricordo, credo che una sera ci siamo messi a parlare su cosa stava accadendo realmente, e alla fine, in macchina, mi salutò e mi baciò. Aveva delle labbra molto morbide e carnose, questo è tutto ciò che ricordo.
Formalizzammo la nostra relazione il 19 dicembre, anche se erano ormai tre mesi che ci frequentavamo. Non c’era amore, da parte di nessuno, ma stavamo benone, ci divertivamo da soli e con gli altri del gruppo, quelli che poi sono diventati il mio gruppo, in cui mi sono integrata a meraviglia; per me era una vita nuova, fatta di persone più grandi e più mature, che facevano cose più divertenti e nuove, per me.
Fu l’anno del mio primo capodanno 2 giorni fuori casa, in montagna a Chateau, fu l’anno della mia patente, fu l’anno della maturità. Fu l’anno in cui per la prima volta invitai un ragazzo a casa mia, perché lui era cool, non si faceva problemi a conoscere i miei, era un negoziante, ci sapeva fare con la gente, mia mamma lo conosceva da quando era bambino; e se la cavò egregiamente anche con mio padre, l’orso bruno, senza lasciarsi intimidire.
Insomma… non era il mio primo grande amore, ma io ero serena e stavo bene. Gli volevo bene, il tempo con lui era divertente e piacevole, ma non era il ragazzo che guardavo e mi venivano gli occhi a cuoricino.
Io sono sempre stata una persona molto curata, mi piace prendermi cura di me con mille creme cremine cremette e prodotti profumati ed essere sempre a posto. Lui invece era il tipo a cui non importava niente, lavorava tutto il giorno fino a tardi senza pausa pranzo quindi non aveva tempo per farsi la barba ogni due giorni o per andarsi a tagliare i capelli quando diventavano troppo lunghi, non usava un profumo (io ADORO i profumi maschili!!!) ed era molto approssimativo. Spesso diceva una cosa tanto per, mi diceva che era sicuro al 100% e io mi fidavo e poi invece non era così e io mi facevo una figura di merda. Tante volte diceva che sarebbe venuto la sera a riparare il computer di casa mia, i miei si preparavano a riceverlo e poi non poteva venire perché aveva fatto tardi coi clienti. Insomma… tante piccole cose che facevano a botte col mio modo di essere.
A marzo fu lui che mi parlò e che mi disse che forse era meglio finirla perché se nessuno dei due era innamorato dell’altro dopo 6 mesi non lo saremmo stati mai e quindi non aveva senso.
Dopo pochi giorni ci rincontrammo per parlarne perché non stavamo così bene l’uno senza l’altro e ci sembrava più stupido stare lontani se insieme stavamo meglio.
Arriva l’estate, maturità ottenuta in bellezza, le vacanze si preannunciano fighissime: sono le prime che passerò senza i miei e andremo in Sicilia, a Favignana, dove uno del gruppo ha la casa (dove sarebbero stati i suoi) con parecchio spazio fuori (dove ci saremmo accampati noi con le tende).
Prima però io sarei andata di nuovo a Spotorno, a guadagnarmi i soldi per pagarmi il volo e la vacanza.
Non mi mancava… non mi mancava per niente. Sono sempre stata bene a Spotorno, per me è una parentesi, un rifugio in cui corro quando ho bisogno di parlare con la Laura, che è una persona speciale per me, che mi fa sentire più forte, che mi regala la pace interiore e mi fa sentire più sicura di me (quando vorrei averla qui in questi giorni!!). Però era troppo strano che A. non mi mancasse affatto… anzi ogni sua chiamata mi sembrava capitasse sempre mentre stavo facendo qualcosa, quindi mi disturbava, insomma… Vedevo che proprio non andava, tanto che decisi che, se non ci fossimo innamorati durante la vacanza, allora avrei chiuso la storia, perché era proprio assurdo.
La prima fine
E poi arrivò… inaspettato, nel momento più sbagliato, come sempre… Arrivò il mio Primo, Grande Amore. Un ragazzo che avevo conosciuto l’anno prima sempre lì a Spotorno, ci ero pure uscita una sera, ma mi era sembrato così smielato e palloso che avevo tagliato la corda in men che non si dica! E invece quell’anno mi facevano piacere i suoi messaggi, le sue chiamate… Lui stava facendo il militare ad Aosta, sarebbe tornato in licenza un weekend o l’altro… Sapevo che era sbagliato, ma ero come in trance… Lo chiamavo appena potevo, mi batteva il cuore a ogni trillo di telefono, insomma… il mio cuore era pronto all’amore, finalmente. Ma con un’altra persona.
E alla fine lui arrivò, e appena lo vidi pensai: oddio… è con sto qui che mi son scritta e telefonata tutti questi giorni?? Ma è basso!!! E…. che razza di camicia si è messo??? Insomma… proprio non il mio tipo!!! Molto diverso da come me lo ricordavo l’anno prima, in cui almeno avevo pensato fosse carino!
Uscimmo, e lui mi fece una magia. Me ne innamorai in tre giorni, fu colpa sua, mi travolse con un sentimento e una passione che non conoscevo, io, piccola ignorante di cosa volesse dire amare, soffrire, patire le pene d’amore. Mi disse ti amo il secondo giorno e io a momenti gli scoppiai a ridere in faccia, poi il giorno dopo litigammo e finì che fui io a dirglielo.
Era proprio una magia, non ero più io e non mi sapevo spiegare cosa stesse succedendo, io ero affascinata dal suo modo pazzo di ragionare (il giorno seguente mi regalò un anello di fidanzamento d’oro), che non capivo perché era completamente diverso dal mio, ma era così forte che semplicemente mi travolgeva, e io finivo per considerarlo il modo giusto, pensando che quello volesse dire amare. Cosa su cui io non potevo discutere perché non avevo mai amato prima.
Poi l’oggetto del mio amore ripartì, e il mercoledì A. venne a trovarmi. Venne per parlare perché aveva capito che stava finendo, e io gli dissi che sì, stava finendo perché non mi mancava e non mi sembrava normale. Non feci parola dell’altro ragazzo perché non volevo si sentisse umiliato, e soprattutto perché io avevo deciso già prima di farla finita, ma se gli avessi raccontato di lui, lui avrebbe pensato che fosse quello, l’unico motivo.
Il problema successivo fu se partire per la vacanza o no. A. insisteva che non era giusto ci rinunciassi, così chiesi all'altro cosa ne pensava. Evito di raccontare come arrivai alla decisione di partire (in pratica io non volevo, anche se avevo già pagato il biglietto, ma il mio nuovo ragazzo mi disse che se non fossi partita lui avrebbe pensato che era perché non mi fidavo a stare col mio ex, e così per dimostrargli che non era vero partii… Tralascio cosa mi fece passare dopo perché quella è una parte della mia vita che vorrei solo cancellare insieme alle conseguenza che ha portato).
La vacanza fu un disastro. A. pensava di potermi riconquistare e quando capì che c’era un altro andò fuori di testa.
Io scrissi al mio ragazzo una lettera al giorno, e feci fuori 13 schede telefoniche da 25. Innumerevoli i pianti che mi feci perché non si fidava e mi accusava di tradirlo col mio ex, perché mi diceva che era finita e che non voleva più vedermi.
Il gruppo quell’estate si spaccò in due, per problemi che sorsero coi genitori del nostro ospite. Le ragazza piangevano perché erano stressate dalla situazione e dal rapporto con la padrona di casa, il mare era lontano chilometri e ogni volta bisognava andarci in bicicletta sotto il sole cocente, per non trovare neanche una spiaggia decente dove fare i ragazzi che giocano sulla sabbia, ma solo rocce rocce e ancora rocce.
Cecità e rimorsi
Tornammo a casa, e io sparii. Ogni weekend prendevo il treno e andavo a casa del mio nuovo ragazzo, che tornava ogni weekend in licenza. Mi affezionai tantissimo alla sua famiglia, con cui sono in ottimi rapporti ancora adesso, nonostante tutto.
Fu uno di quegli amori malati che ti lasciano solo brutti ricordi, e in testa tanti ‘perché’ e ‘ma come ho fatto a innamorarmi di una persona così?’.
In quei 15 mesi spesi un patrimonio in treni, regali e ricariche del cellulare, lui non mi pagò una sola volta il viaggio né venne mai a trovarmi a casa mia. Diceva che ai miei lui non piaceva e che non li voleva vedere.
Quando un venerdì mi addormentai davanti alla tv dopo una giornata intera all’università e dopo 9 pullman e il viaggio in treno e la scarpinata a piedi fino a casa sua (no, non mi veniva a prendere in stazione), si arrabbiò dicendomi che gli stavo facendo pesare il fatto che andassi da lui, e che sembrava che solo io stessi facendo qualcosa per la nostra storia (era così), era notte e mi mise le mani al collo spingendomi contro il muro. Quando mi lasciò feci per aprire la porta e andarmene ma lui me lo impedì perché non voleva che i suoi sapessero cos’era successo.
Era furbo, faceva accadere queste cose sempre quando io, per rispetto dei suoi o per la situazione, non potevo reagire. Cosa potevo fare, da sola di notte in un’altra città?
Ero sempre così allibita dalla forza della sua rabbia che mi autoconvincevo di aver fatto qualcosa di sbagliato; ma più passava il tempo più capivo che, se anche fosse stato così, in ogni caso allora eravamo troppo diversi e ragionavamo in modi troppo differenti per stare insieme. Era quello l’amore? Che delusione! Non era stare bene, raggiungere i più alti picchi di felicità? Non era amarsi, e rispettarsi, e prendersi cura l’uno dell’altro? Come mi mancava, la placida non coinvolgente ma neanche dolorosa serenità che avevo con A.!
E, nonostante tutto, ogni volta che mi minacciava di lasciarmi io mi scioglievo in lacrime e imploravo di non farlo, chiedendo scusa per qualcosa che non sapevo neanche io.
Scenate di gelosia immotivate, visto che mi cancellai dalla vita dei miei amici, visto che non vedevo nessuno fuorché lui, visto che non rispondevo alla chiamate di chi mi cercava per paura che lui si arrabbiasse, fino a quando nessuno mi chiamò più.
E’ stato un periodo infelice, non stavo bene. Lui, il mio primo amore, quello a cui davo tutta me stessa, stava facendo pagare a me tutto quello che il suo primo amore, quello a cui lui aveva dato tutto se stesso, gli aveva fatto. L’aveva tradito col suo migliore amico, lui l’aveva perdonata, e lei l’aveva ritradito. Nuovamente perdono ma stavolta lei si era vergognata talmente che aveva detto basta. Cos’avevo fatto io per scontare le colpe di sta qui che manco conoscevo? Lei non solo si era presa tutto quello che solo il primo amore può dare e che io non stavo avendo, ma mi stava pure facendo pagare le conseguenze!!!
E’ difficile per me ricordare e raccontare questa parte della mia vita, perché mi vergogno di cosa ho fatto. Mi vergogno di essermi cancellata per un deficiente e per aver messo da parte gli amici sempre per lo stesso deficiente. Mi vergogno per essermi dimenticata della mia dignità, lasciando che un deficiente la calpestasse e mi facesse dubitare della mia persona, dei principi nei quali ho sempre creduto, di me stessa come bella persona capace di amare.
Ma lo faccio perché è da allora che io ho tutte queste difficoltà a vivere i rapporti di coppia. Col gaijin, adesso con sako… Laddove sono io quella presa maggiormente, torno zerbino, dubitando di me stessa, del mio aspetto e delle mie qualità, con la costante certezza di essere in torto e che sarei io a perderci se finisse.
Tante si chiedono come io faccia a stare male per un ragazzo come sako, che è chiaro come il mondo che non è innamorato di me e che se ne sta approfittando, e io stessa mi stupisco di essere così debole e poco orgogliosa. La Gaiina di anni fa l’avrebbe mandato a quel paese mesi e mesi fa! Col ligure ho perso tanto del mio fuoco… esce solo nelle situazione positive, mai perché sono arrabbiata. O quando sono arrabbiata e gliene direi quattro, non lo faccio mai… Lo dico all’aria, mi sfogo così, perché dopo mi sento meglio come se avessi parlato con l’interessato quando invece non ho risolto niente perché l’interessato non ha sentito.
Beh, non voglio giustificare il mio comportamento ma… Beh forse in parte sì. Adesso sapete di chi è stata la colpa, e magari capirete di più le mie difficoltà. Ancora adesso vivo col terrore che la persona a cui tengo mi lasci, anche se sarei io a dovermi svegliare e farlo.
La svolta
Il 31 agosto fu epocale. Il mio vaso era pieno già da un po’, ma dopo le cose che mi disse in occasione di quella litigata non solo straripò, ma inondò tutta la Liguria. Finalmente mi svegliai dal mio letargo amoroso e tirai fuori le palle, gli dissi che mi andava bene che mi lasciasse. Allora il lupo si calmò, per mia disgrazia, e alla fine la storia durò ancora. Forse aveva fiutato il pericolo, aveva intuito che non avrei sopportato ancora per molto, chissà.
Ma io ormai mi ero svegliata, quindi piano piano cominciai a riconquistarmi la mia libertà. A ottobre trovai un lavoro part-time in un’Associazione no-profit, e accettai nonostante il suo disappunto. A metà ottobre partii per un corso di formazione a Bologna insieme ai miei colleghi e ad Alessia, che lavorava nello stesso posto.
Conoscendo il soggetto, avevo cura di chiamarlo quando ero sola, in modo che non sentisse voci e non pensasse che mi stessi divertendo, e cominciai a dirgli piccole bugie bianche per vivere più tranquilla, come che il corso finiva alle 18 anziché alle 17, così che se avessi ritardato a tornare in albergo e chiamarlo non si sarebbe scatenato il finimondo. Un ragazzo che mi piaceva al liceo cominciò combinazione a scrivermi chiedendomi di uscire e io risposi al messaggio, rifiutando, ma risposi.
Quelle per me erano tutte piccole conquiste. Stavo ricominciando a vivere.
Per me era aria nuova, stimolante, ero via da casa mia e da casa sua con persone nuove, simpatiche, e la mia migliore amica. Avevo una stanza d’albergo tutta per me ed ero in un’altra città. Mi sentivo viva e più forte come da tempo non mi succedeva.
Una sera eravamo a cena tutti insieme. Il bagno era sottoterra, così non potei fare la mia solita chiamata serale. Se l’avessi saltata sapevo che si sarebbe arrabbiato, così, visto che non amo le scenate, per evitarne una certa decisi di fare come facevano tutti quei santi cristiani dei miei colleghi: chiamare le rispettive mogli o fidanzate dal tavolo, mentre aspettavamo di essere serviti.
Un mio collega fece una battuta mentre ero al telefono, e fu la fine del mondo. Me ne disse di tutti i colori, a me e a lui (quanto fu ridicolo). Insomma… finii per piangere disperata davanti a tutti.
Da Bologna il piano era di andare direttamente a casa sua per il weekend, ed ero assolutamente terrorizzata all’idea.
Quando arrivai ero pronta a finire la storia. Ma fu una sorpresa il discorso che mi fece… Mi disse che durante il mio soggiorno aveva pensato e aveva capito che mi voleva davvero e che era veramente una cosa seria, che ero la donna della sua vita e che voleva un futuro con me. Io senza parole.
Libertà
Il weekend successivo ero sul treno, scesi, combinazione lui stava passando in macchina per cui mi caricò per andare insieme a casa e io dal nulla gli dissi che non ero più innamorata. Piansi, ma gli dissi che ero sincera e che non volevo prendere in giro nessuno, e che quindi bisognava finirla. Ora come ora, sentendo i telegiornali e le notizie circa fidanzati che ammazzano la ragazza che li ha lasciati, mi dico che ho avuto un grande coraggio. Mia mamma, che in quei mesi ha sofferto le pene dell’inferno, con me sempre lontana e sempre tesa e infelice, se ci pensa rabbrividisce.
Fu un weekend lunghissimo. Parlai con suo padre che in parte sospettava di che pasta fosse il figlio e quale fosse il motivo, ma per non ferire l’amore di un padre evitai di raccontargli certi episodi per giustificare la mia presa di coscienza e conseguente decisione.
Mi addormentavo la notte sentendolo piangere e mi svegliavo per via dei suoi singhiozzi. Non avrei dovuto restare, ma lui mi implorò e per l’ultima volta lo lasciai vincere. Quando me ne andai, tra le lacrime dei suoi e sue, mi sentivo leggera come una piuma.
La ripresa
Riconquistai pian piano la mia vita, e fui ricompensata per il mio coraggio dal fatto che tutte le persone a cui avevo voltato le spalle in quei mesi mi ‘perdonarono’ e ricominciammo a frequentarci.
Furono i 4 mesi più liberi della mia vita, ero single ma non avevo un momento libero, vedevo persone, uscivo con ragazzi, la mia serenità era evidente e mi faceva apparire più attraente agli occhi di tutti. Una vera e propria rinascita. Uscii con tante persone, tra cui il ragazzo più bello che abbia mai visto di persona (ehehhehehe non so cosa darei per avere una foto!!! anche se poi era strambo e quindi nada), partecipai a feste e serate godendomi la vita, l’amicizia e portando avanti nel frattempo studio e lavoro.
Un’altra volta…
Non avevo più visto A., a parte credo non più di tre volte in quei 15 mesi quando passai dal suo nuovo negozio a salutare, visto che alla fine lui mi aveva perdonata per non avergli detto dell’altro ragazzo alla fine della nostra storia e perché è la persona più buona del mondo e mi sarebbe spiaciuto perdere del tutto i contatti. Sapevo che anche lui si era innamorato, di una ragazza russa del paese, e che era felice.
E poi, che buffo a volte il destino… Ricordo ancora che quel giorno stavo montando telaini insieme ad Ale in ufficio (era un’Associazione di produttori di miele), non c’erano i capi e A. mi scrisse un messaggio. Iniziammo a messaggiare e finì col chiedermi consigli su come lasciare la sua ragazza. In pratica aveva vissuto anche lui una relazione analoga alla mia, con una lei sempre gelosa che non gli permetteva di vedere gli amici e che gli faceva scenate isteriche. Unica differenza, lei aveva anche una situazione familiare e mentale complicata, e ad ogni accenno di finire la storia, faceva del male a se stessa.
Non so bene come, ma alla fine, pian piano, aspettando il momento giusto in cui lei aveva altre cose a cui pensare e su cui distrarsi, lui pure si liberò. Era fine marzo 2005…
Uscimmo una sera, andammo a bere una cosa a Rivoli. Ricordo che eravamo entrambi un po’ allegrotti e che siamo stati benissimo, come al nostro solito. Non ce lo dicemmo, ma entrambi capivamo che ci eravamo mancati. Storie analoghe, considerazioni analoghi, bisogni analoghi. Dopo quelle storie malate, capivamo finalmente il valore l'uno dell'altra e quanto avevamo perso.
Alla seconda uscita portai con me i miei quaderni di messaggi. Sì, io usavo scrivere tutti i messaggi ricevuti. Lo fanno in tanti, quando inizi non ce la fai a smettere, ti sembra che saltarne uno sia inconcepibile, come saltare un pezzo di vita, e così ne diventi dipendente ed è dura smettere, come fumare.
Ne rileggemmo insieme alcuni e ci sbellicammo dalle risate, e la serata finì col quesito: perché ci siamo lasciati? Stavamo tanto bene!! Non riesco a ricordare più nemmeno uno dei problemi o dei motivi.
Era vero. Anche se non era stato amore, della mia storia con A. non riuscivo a ricordare nulla di negativo, ma solo cose belle. Del mio primo amore invece, tuttora non ho un solo ricordo positivo, non uno che sia bello o che mi faccia pensare che sia valsa la pena passare tutto quello che ho passato.
Tra l’altro il giorno del mio compleanno, mentre io ero a festeggiare coi miei amici, il signorino è venuto a Torino (mai venuto prima), è andato a casa mia, e ne ha combinata una delle sue. Mi ha avvisata con un sms, che diceva qualcosa del tipo: “Una luce a una finestra… forse è quella del bagno di tuo papà… Spero che la pioggia non rovinerà un piccolo gesto fatto con tanto amore… ciao Torino, bacio Ale”.
Io quella sera non ero molto in me e non ho carpito immediatamente il significato del messaggio… Ho avuto un attacco di pianto isterico, perché non sopportavo il fatto che mi avesse disturbata mentre festeggiavo tranquilla (sì perché qualsiasi mail, o sms, o segnale che mi mandasse mi ha sempre causato la tachicardia, e lo fa tuttora. Quando mesi fa mi scrisse un messaggio su facebook ho avuto quasi un attacco di panico, dopodiché l’ho bloccato).
Poi, quando mi hanno riaccompagnata a casa, ho solo sentito il mio amico imprecare e precipitarsi fuori dalla macchina e mettersi ad armeggiare davanti al cancelletto di casa mia, alla ringhiera della casa di fronte… Ne ha staccato un telo enorme, che cercava di nascondere per non farmelo vedere, poi alla fine ho vinto e ha ceduto…
Era un lenzuolo da letto, rosa. Sopra, a caratteri cubitali blu, c’era scritto:
IL PASSATO NON SI DIMENTICA. TANTI AUGURI ELE
Quella notte ho avuto una crisi isterica.
Ho pianto istericamente fino a diventare rauca, poi il giorno dopo gli scrissi una mail, dura, fredda, in cui gli dicevo tutto quello che, per educazione, eccessiva carineria, compassione o pietà, non gli avevo mai detto. C’è stato uno scambio feroce di opinioni, poi è sparito per un po’, ricomparendo di tanto in tanto con messaggini di auguri o robe così.
Mia mamma era sconvolta… il lenzuolo era stato cucito alla ringhiera!!!! Immaginare una persona che di notte si mette a cucire un lenzuolo con sopra una frase a mio dire un po’ inquietante di fronte a casa mia, e che tutti i vicini potessero leggere il mio nome e farsi domande, l’ha mandata fuori di testa, era terrorizzata che potesse fare qualcosa di veramente pazzo (noi guardiamo molti tiggì).
Comunque quella sera c’era anche A., e confrontare quanto stessi bene con lui e quanto male con l’altro prima, me l’ha fatto solo apprezzare di più.
Abbiamo ricominciato a frequentarci, e ci siamo accorti presto che tante cose che prima non andavano non c’erano più. Io avevo maggiore libertà la sera e di orario, e dopo 15 mesi tra weekend fuori, lavoro, corsi all’università e di aggiornamento in ufficio, e sessioni di esami da sostenere e da passare a pieni voti perché i miei vedessero che i miei weekend in Liguria non toglievano tempo ai miei studi, avevo imparato a organizzarmi meglio il tempo per lo studio. Avevo imparato tuttavia a dare tutta me stessa, e a farlo comunque, senza aspettarmi nulla in cambio.
Lui dal canto suo si sforzava di essere sempre carino per me, capendo l’importanza che ha per me avere accanto una persona curata, cosa che io vedo come una carineria e un gesto d’amore nei miei confronti.
C’era una cosa che mi spaventava da morire… Vedendo quello che il bastardo (ooops! scusate: il ragazzo ligure) mi aveva fatto soffrire per via della sua ex, temevo che io avrei fatto lo stesso col mio ragazzo successivo… ovvero fargli pagare tutto quello che il bastardo (ooops! di nuovo, scusate: il ragazzo ligure) aveva fatto a me.
E invece no… Scoprii che avevo ancora tanto da dare, ero come un pozzo inesauribile di amore, che si rimpinguava man mano che amore riceveva.
Sono stata fortunata: ho ricevuto tanto amore in quei mesi che mi sono rifatta di tutto quello non ricevuto da chi avrebbe dovuto darmene e non l’aveva fatto.
Tutto l’amore che mi è stato dato è impresso qui, in un blog a me dedicato, che di tanto in tanto, quando sono triste o malinconica, rileggo. Ci sono dei pezzi così belli che ancora adesso piango copiosamente. Come il primo post o quello in cui racconta della prima volta che mi ha detto ti amo. C'è sempre un po' di me, in ogni post (a parte gli ultimi, in cui fa di tutto per odiarmi).
Eravamo entrambi molto cauti, appena usciti da due storie importanti e complicate, non volevamo cominciarne subito una nuova, legarci così in fretta. Mio padre sosteneva che se non mi ero innamorata di lui una volta, non sarebbe successo, mia mamma commentava con l’altra mamma, e segretamente speravano che andasse tutto bene e non facessimo cazzate, e noi… noi non pensavamo e ci limitavamo a goderci l’un l’altro. Al tentativo di frenare le cose perché era troppo presto cedemmo dopo mezz’ora senza sentirci, e continuammo così.
Rientrai a far parte del gruppo, che fu fantastico e mi accolse nonostante il mio indecente comportamento nei mesi passati. Mi dissero che ero cambiata, che ero irriconoscibile, ma che un errore è concesso a tutti, e che ognuno di noi almeno una volta nella vita (ma in genere prima, perché il primo amore arriva prima) ha perso la testa per una persona dimenticandosi amici e tutto il resto. Insomma… Tutto filava liscio, e io ero felice.
Quell’estate fu la migliore della mia vita! Andammo in Sicilia a casa di un altro amico, ma stavolta senza ‘adulti’. La casa era sulla spiaggia, vicino a Donna Lucata, scendevi 10 gradini e avevi i piedi nella sabbia. La spiaggia era sempre vuota in settimana, il tempo splendido, la compagnia ottima.
Dopo l’unica vacanza passata insieme, io e A. eravamo partiti terrorizzati, ma andò alla grande e anzi fu allora che lui si rese conto di essersi innamorato.
Me lo disse una sera, a casa sua, e io sapevo che stava per succedere… Temevo di sentirlo perché non ero pronta a dirlo a mia volta, ma andò benissimo… Insomma… Quella fu una storia d’amore. LA storia d’amore. Eravamo perfetti e ci amavamo da impazzire. Facevamo tutto insieme e ci divertivamo come matti. Tutti ci davano per sposati e tutti erano contenti che lui pure fosse tornato quello di prima, dopo la fine della storia con l’altra ragazza.
A. è stata l’unica persona con cui ho immaginato seriamente il mio futuro. Tutti hanno le proprie fantasie e sognano un’ipotetica famiglia con la persona con cui stanno insieme, io lo faccio con tutti, persino se incontro un bel ragazzo per strada! Ma seriamente, razionalmente… l’unica persona con cui davvero riuscivo a immaginare una famiglia, una casa, una vita felice, è stato A.
In quei mesi non abbiamo mai litigato. Non ci riuscivamo!!! Non c’era mai niente su cui discutere e anche quando avevamo opinioni divergenti ne usciva fuori una discussione costruttiva e dopo ci stimavamo ancora di più. Era bello stare a casa sua, adoravo la sua famiglia, mi sentivo pienamente a mio agio.
Lo presentai ai miei nonni e mio nonno era felicissimo. A. è il tipo di ragazzo che non ti preoccupi a portare ovunque… sai che piacerà e tutti gli vorranno bene. E lo stesso era per me.
Crisi
Sì, arrivò di nuovo. Ma stavolta più forte, dura e cruenta.
Le vacanze non erano andate a meraviglia, io e lui soli a casa dei suoi zii in Toscana, io amante del mare e del crogiolarmi al sole come una lucertola, lui nemico della tintarella e partner indivisibile dell’ombrellone. Mmmmhhh. Andare da soli al mare non era stata una buona idea. Le volte che non andavamo in spiaggia io morivo di noia, le volte che ci andavamo moriva lui.
Un episodio mi fece andare fuori di testa, quando per la quarta volta da quando stava con me restò quasi senza benzina in mezzo alle campagne toscane a chilometri da qualsiasi distributore, solo perché tutte le volte che gli avevo detto ‘facciamo benzina’ non mi aveva dato retta trattandomi come una madre ansiosa e apprensiva.
Non sono la tipa che la fa lunga se alla fine non succede niente, ma ricordo che allora mi ero chiesta: ma è a questa persona che dovrei affidare i miei figli? Con cui dovrei sentirmi tranquilla? Io non ho voglia di passare la mia vita con un altro bambino… ho bisogno di un uomo!! Non ho voglia di badare a un marito.
Poi, il peggioramento.
Era inizio settembre 2006, e in casa mia ci fu un litigio colossale. Io non ero neanche coinvolta, ma la cosa mi stese. Non so perché ma mi fece crollare. Entrai in crisi totale. E anziché sentire il bisogno di parlarne col mio ragazzo e di cercarvi consolazione, non ne avevo proprio voglia, avrei solo voluto stare a casa in camera mia a pensare e deprimermi.
Mi dissi che non era normale.
E poi arrivò il mio personale 11 settembre. Quando il Gaijin, il mio migliore amico di allora, già in Giappone, mi disse che quel che provava per me non era solo amicizia, e che se quando fosse tornato io fossi ancora stata fidanzata, non avrebbe voluto vedermi più, perché per lui era troppo dura.
Io crollai definitivamente. Ricordo quel settembre come fosse ieri… Non sorrisi per un’intera settimana. Mio padre fu l’unico ad accorgersene in casa, e in quel momento, anche se non gli dissi nulla, lo adorai e lo sentii molto più vicino a me di chiunque altro.
I pensieri mi tormentavano, non sapevo cosa fare, non potevo pensare di perdere il mio migliore amico e di non poter più passarci del tempo insieme, ma mi sembrava anche assurdo finire la mia storia con A.!!!
Però c’era un altro, grande problema… che alla fine è stato determinante: la Cina.
Il progetto Cina incombeva su di noi come un’enorme ombra già da mesi… l’idea di me lontana da lui per 6 mesi gravava su entrambi. Lui era terrorizzato e preoccupato da morire, io ero consapevole. Sapevo che un’esperienza del genere, per essere goduta appieno, non va fatta da fidanzati, lasciando qualcuno a casa a soffrire le pene dell’inferno per te.
Immaginavo già le chiamate, dapprima ricche e cariche di parole e racconti, che poi andavano diminuendo man man che la novità passava e che questa diventava la mia vita regolare. Immaginavo le difficoltà, la mancanza, le paure, i sospetti. Come avrei potuto partire con lui qui? E se anche l’avessi fatto e tutto fosse andato bene, una volta tornata già immaginavo che sarei stata presa da una tremenda nostalgia… dopo 6 mesi lontana da casa in assoluta libertà, con la mia migliore amica, e gente nuova, e la mia casa… bam! improvvisamente trovarmi di nuovo coi miei, con regole e orari da rispettare, alla solita vita… Immaginavo io dire che mi mancava la Cina e il viso di A. scurirsi pensando che la sua ragazza sentiva la mancanza di qualcosa in cui lui non era coinvolto.
Ho visto come sono andate le cose ad Ale, partita nel bel mezzo di una relazione già in bilico, e sono più che mai convinta che, nonostante tutto, sia stato meglio così. I pianti e le discussioni che si è fatta, i ‘allora?? non mi racconti niente???’ ‘… eh, non saprei… ci siamo sentiti ieri sera, non è successo niente di nuovo… sono andata a lezione, ho pranzato, ho studiato, fatto un po’ di spesa, ora sento te poi ceno e poi vado a dormire… non ho nulla di nuovo da raccontarti. E tu?’ ‘ E io cosa, sei tu quella che è in Cina e ha cose da raccontare, mica io!!!’, mi suonano come se fossero stati detti a me.
Insomma… c’era una scelta da fare e una gran bella decisione da prendere. Ho deciso di seguire una delle regole che ci eravamo impegnati a seguire… quella della sincerità. Così una sera siamo usciti e gli ho parlato, gli ho detto tutto, come mi sentivo, cosa provavo. Gli ho detto persino che non desideravo più l’intimità con lui. Non gli ho detto dei gaijin, per lo stesso identico motivo della volta precedente, cioè uno non volevo ferire il suo orgoglio (i ragazzi per ste cose sono moooolto sensibili), e due non volevo che pensasse che quello fosse l’unico motivo. Cosa che, conoscendo il tipo, avrebbe sicuramente fatto (come infatti è stato, quando l’ha scoperto).
Alla fine non ho tirato conclusioni, ma gli ho chiesto cosa ne pensava ed è stato lui che mi ha detto: “Beh mi sembra chiaro Ele, non sei più innamorata”. Io non ho saputo cosa rispondere… Non ero sicura fosse quello, perché comunque immaginare la mia vita senza di lui mi faceva morire dentro.
Decidemmo di fare qualche passo indietro, di provare a recuperare le cose, frenando un pochino. Ma non funzionò. Lui mi vedeva così e di conseguenza stava male pure lui, e anziché mostrarmi il lato bello del mio A., mi mostrava quello negativo, e la cosa non mi aiutava.
Poi una parte di me diceva che ormai il difficile era stato fatto, che la Cina stava arrivando e che se non fosse finita prima sarebbe finita dopo o nel mentre e preferivo piuttosto soffrire anch’io che partirmene e lasciarlo da solo ad affrontare il tutto mentre io, essendo lontana e in una nuova situazione piena di stimoli, sarei riuscita ad affrontarla con più facilità, cosa che non mi sembrava giusta.
Siamo usciti qualche volta, e stavamo bene, ma a me sarebbe bastato così, cenare insieme, ridere e scherzare, essere amici… Ma per lui non era sufficiente. Alla fine provammo a non vederci più, e stettimo da cani.
Un giorno lui mi disse che voleva cancellarmi dalla sua vita, che non voleva vedermi né sentirmi più perché era l’unico modo, e quel giorno mi presentai a casa di Sabrina, e Elena mi aprì la porta, mi guardò, e mi chiese: ‘che è successo???’, al che io scoppiai in lacrime e non smisi per 45 minuti. La mia vita senza di lui non aveva senso. Non sarei mai stata felice, con chi avrei condiviso tutte le mie cose? E gli amici in comune, che sarebbero stati divisi perché se avessero chiamato me non sarebbe venuto lui e se avessero chiamato lui non sarei andata io. Che situazione merdosa!! Ma io, testarda come un mulo, mi dicevo che ormai il peggio era fatto, la parte più difficile, quella di riconoscere che c’è un problema, e scoprire quale, era andata, quindi sarebbe stato stupido tornare indietro per poi riaffrontare tutto al momento della mia partenza o ritorno cinese.
E così andammo avanti, provando a staccarci, lui provando a odiarmi, poi riavvicinandosi.
Nella primavera lui lasciò il negozio, perché le cose non andavano bene, ma pur di odiarmi disse (e scrisse sul blog) che l’aveva fatto per me. Partì pure un mese in Olanda, per cercare un lavoro lì (e spendendo il mese a divertirsi con l’amico in erasmus), e anche allora disse che era partito per me.
Insomma… tutti gli amici sapevano che non era vero, e la cosa mi faceva arrabbiare da matti, ma pur che stesse meglio me ne stavo zitta (ma che fatica non commentare sul suo blog!!!! ).
Insomma poi lui intraprese la via del divertimento totale, e cominciarono le serate ai Murazzi, a fare mattina, a conoscere e uscire con mille tipe diverse.
Io intanto mi vivevo quella sorta di relazione stupida col gaijin (altro buono, stupida io, sempre a dare dare dare mentre chi riceve si fa i proprio comodi e mi sfrutta più che può). Ecco se tornassi indietro solo quello cambierei: non inizierei niente col Gaijin. Non mi ha portato nulla di buono e anzi ha solo rovinato un’amicizia speciale.
A giugno siamo stati entrambi per 3 giorni al mare, a festeggiare il suo e il compleanno di un altro amico, nella villa in Liguria di un ragazzo del gruppo. Allora avevo già il blog, avevo anche pubblicato le foto. Ma non ho mai parlato di A., perché l’ho sempre voluto tenere fuori da questo blog che ha coinciso con l’inizio di una vita nuova.
In quei giorni ci siamo riavvicinati molto. Inutile dirlo, all’interno del gruppo eravamo le persone che insieme si trovavano meglio, per cui ci veniva naturale cercarci.
Ma dopo allora per lui è stato peggio e quindi abbiamo rotto i rapporti di nuovo.
Per lui è stato facile quando, per pure caso (non chiedetemi come) è incappato nel mio blog, questo qui, proprio lui. Pieno zeppo di gaijin e con addirittura narrata la nostra conversazione via chat quando lui era in Giappone. Allora sì che è riuscito a odiarmi, altroché. Mi ha mandato una mail terribile e mi ha fatta piangere per giorni. Il bello è che ogni volta io credo di agire nel modo migliore per farlo soffrire meno e poi viene sempre fuori che sbaglio.
Comunque… alla fine gli avevo raccontato tutto, tutta la verità. Alcune cose erano state difficili da dire, ma gliele avevo dette, a costo di ferirlo. Non volevo più nascondere cose. Gli avevo anche detto che io nel mio futuro vedevo lui, e che secondo me saremmo tornati insieme… che non era il nostro tempo forse, che io avevo bisogno di farmi delle esperienze e che magari sarebbero passati 1, 2, 5 o anche 10 anni, ma io sapevo che era lui. Allora lui mi disse che mai sarebbe riuscito di nuovo a fidarsi di me, in ogni caso, che sarebbe stata la terza volta che iniziavamo la storia e che non voleva vivere col terrore che finisse perché io ero assalita dai dubbi. Lo capivo perfettamente, e io stessa sarei stata terrorizzata da me stessa a ricominciare, perché gli voglio un bene dell’anima e l’idea di farlo soffrire di nuovo mi fa odiare me stessa per avere questo potere. Però gli chiesi di lasciarmi col mio pensiero di noi due insieme di nuovo e basta.
Quella stessa estate andammo in vacanza insieme, lui con una nuova ragazza (l’Artista… ve la ricordate??), che fisicamente è la mia assoluta antitesi (scheletrica, bianca come la neve coi capelli corvini e liscissimi, stile dark, sempre vestita di nero e nemica del sole e di tutto ciò che rende la pelle meno lattea). Insomma quando ci siamo presentate è stato un attimo di comicità, anche perché io ero vestita tutta di bianco e lei di che colore, lo indovinate??? (le teeeeneeeebbbbbrrreeeee!!!!!!), ma poi caratterialmente ci siamo trovate benissimo. Lei era ansiosa perché già era presissima di lui e mi vedeva come un pericolo, poi però quando ha capito che da parte mia non c’era il minimo interesse a ricominciare si è rilassata e siamo diventate amiche.
La vacanza non è stata ovviamente delle migliori, perché comunque per me non era facilissimo vederli sempre insieme appiccicati, e lui fare e dire le stesse cose che faceva e diceva con me. Ognuna di noi vorrebbe essere speciale per la persona con cui è stata, e sentirlo usare gli stessi nomignoli mi dava l’impressione che mi stessero rubando qualcosa di estremamente prezioso.
A settembre col gaijin finì quella cosa che non si è mai capito cosa fosse, senza parole, senza dirsi niente, semplicemente perdendosi (che delusione….), ma ad ottobre iniziò poi un altro dei periodi più belli della mia vita… il periodo del Vj. Ho provato delle emozioni fortissime, e avevo una persona speciale con cui condividerle… il mio migliore amico Willy. Sìsì, lo stesso che voleva conoscermi anni e anni fa!!
Non racconterò niente perché è già tutto registrato negli scorsi mesi precedenti alla mia partenza in Cina… Dico solo che allora io pure avevo finito per odiare A., perché avevo saputo che aveva detto al Vj che gli avrebbe dato parecchio fastidio se lui fosse uscito con me, mentre a me aveva riferito che gli aveva detto che non c’erano assolutamente problemi, causando tanti di quegli equivoci e ritardi, che se solo ci penso mi viene il nervoso!!! Se solo lui non si fosse impicciato, col Vj sarei uscita un mese e mezzo prima di quando invece l’ho fatto, e avrei potuto godermelo assai di più!! Senza pensare che magari le cose sarebbero andate diversamente, chi lo sa…
Ma è inutile piangere sul passato, giusto??
Il perché
Insomma questa è la mia lunghissima, probabilmente soporifera storia. E’ venuta così lunga perché di A. non ho mai raccontato e di cose ce ne sarebbero da dire.
Perché l’ho fatto adesso?
Perché sono passati tre anni, lui convive con l’Artista (con cui ho perso i contatti perché è intelligente e ha capito come stavano le cose ancora prima che lo capisse lui), si è trasferito con lei in una casa nuova, che hanno ristrutturato insieme; e in quest’ultimo periodo mi ha confidato che è ancora innamorato di me, che ha capito che sono io la donna della sua vita, che appena io gli dico via lui prende e mi sposa, che mi aspetta, che se non torno io viene lui qua, che non passa minuto senza che lui pensi a me, a quanto sarebbe più bello, inebriante e fantastico se al posto dell’Artista ci fossi io. Mi ha detto che io sono la sua Rachel (ehehe... chi capisce? I fans di Friends sicuro!!!), che qualunque ragazza gli potrebbe dare tutto ma non sarei mai io e lui vuole me. Noi eravamo soliti guardarci Friends insieme, e la storia di Ross e Rachel adesso è da prendere come esempio. Tra l'altro, quanto è bello Friends?? Da quando son qui me lo sto guardando in lingua originale ed è ancora più bello!! Ci passo le serate a casa e mi faccio delle risate e dei pianti incredibili!! E intanto pratico l'ascolto dell'americano, che è sempre utilissimo.
Gli ho detto che non si sta comportando correttamente nei confronti di lei, e che è una cosa che mi fa perdere parte della stima e del rispetto che provo per lui, ma capisco anche che la situazione non sia facile. Lei non mi va a genio, e so che con lei lui non sta bene, è cambiato totalmente e tutti gli amici se ne sono accorti; lei non va d’accordissimo col gruppo, durante le scorse vacanze hanno avuto non pochi problemi, lei gli fa una scenata dopo l’altra per qualsiasi cagata (esempio: quando a settembre sono tornata in italia lei mi ha salutata con un ciao con la mano e quando lui in maniera assolutamente formale mi ha detto ‘ciao ele come stai?’, lei gli ha fatto una scenata colossale una volta a casa perché mi aveva salutata. Aaaaòòòòòò abbbbellla ma checcccccaccchiolo vuoi????), insomma non stanno bene. Lei però è venuta su da Roma dove ha lasciato tutti i suoi amici per venire a vivere col suo ragazzo di allora… e una volta arrivata a Torino ha scoperto che lui la cornificava bellamente da oltre un anno. Insomma… lei si è dovuta rifare una vita qui, trovare un lavoro per non pesare troppo sui suoi, mentre andava all’università, e poi ha trovato A., di cui è innamorata (di nuovo l’amore malato, ricordate? Vedete che capita a tutti!) e si è integrata (più o meno bene) nel gruppo. Se adesso lui la molla lei cosa fa? Addirittura non ha più la sua vecchia casa (che stupidi a traferirsi, quante volte gliel’ho detto che era una stupidata????), che cosa farà? Insomma… la situazione non è facile.
In ogni caso in questo periodo in cui con Sako le cose non vanno bene è capitata questa cosa, e mi sta dando parecchio da pensare. E’ anche per quello che sono arrabbiatissima con Sako, perché rischia di farmi buttare nelle braccia di una persona senza che io sia sicura che sia la cosa giusta.
Sì è vero l’ho sempre saputo che sarebbe stato A., l’unica persona con cui riesco a immaginarmi una vita felice. Però ho paura, una paura assurda, che dopo un po’ si ripresenterebbero gli stessi problemi… Voglio dire, ok la situazione portava al lasciarsi, però se non ci fosse stato alcun problema, alcun dubbio, forse non lo so, sarebbe andata diversamente.
La teoria
E’ come se, quando le circostanze mi hanno spinta a finire la nostra storia, quando tutto insieme ha fatto sì che io freaked out (non mi viene termine migliore), senza trovare la forza (o pensando che fosse meglio non trovarla) per sistemare le cose; io abbia chiuso una porta. Ma dietro la porta è rimasto tutto quel che c’era tra me e A. Non è stato cancellato niente, è ancora tutto lì. Adesso io ho socchiuso la porta… aprirla sta solo a me, e se e quando lo farò ritroverò tutto ciò che vi ho lasciato.
Poi mi chiedo: è amore? O se non lo è, lo ri-sarà? So per certo che sarei felice, che avrei tutto quel che ho sempre desiderato. Una casa, una bella famiglia felice, un compagno che mi ama incondizionatamente, che ama tutto di me e che mi lascia i miei spazi; una persona che mi conosce perfettamente e che mi accetta; con cui posso parlare di tutto, una persona positiva, sempre ottimista e socievole (perché so che con me lui tornerebbe a essere l’A. di un tempo), con cui fare tante cose.
Ma è giusto riprovarci per questo? Una parte di me dice NO!, bisogna provare passione ardente, quella che ti fa girare la testa, che non ti fa ragionare, quella che ti acceca e ti travolge (sono romantica dentro io !), e non credo sia il mio caso.
L’altra parte di me, forse quella più matura, e anche un po’ più cinica… ragiona un attimo e dice: quel tipo di amore l’hai provato, e adesso non hai che ricordi brutti. E lo stesso è successo a tutti quelli che conosci che hanno vissuto una storia così.
Quel tipo di amore, appunto perché acceca, non ci fa capire bene cosa è meglio per noi, cosa è bene e cosa è male, cosa è accettabile e cosa non lo è. E’ per quello che, quando poi la passione passa, uno si scuote e si chiede che è successo, non capisce come abbia fatto a perdere la testa per quella persona. Si scopre di non avere interessi in comune, o argomenti di discussione; che si crede in principi diversi e si hanno idee differenti per quanto riguarda tutte le situazioni, grandi e piccole, quotidiane, e i problemi sorgono. Vedo troppe coppie (i miei per primi), che si sono unite innamoratissime, e han finito per odiarsi o appena tollerarsi.
Io sono sicura che non potrei mai odiare A., mai mai mai. Mi chiedo se non sia questo tipo di sentimento, più maturo, quello necessario per condividere una vita. La parte romantica di me strilla ribelle, ma i fatti cosa dicono? Ogni volta che ho provato passioni brucianti, sono rimasta scottata… E sono sempre passate, prima o poi. Col ligure non ho che brutti ricordi e non mi può fregar di meno di cosa faccia nella vita; col gaijin, ho vissuto un rapporto fatto di opportunismo da parte sua (era comodo chiamarmi sempre quando non aveva voglia di stare solo ma nemmeno di prendere la macchina e raggiungere i suoi amici in centro, tanto sapeva che io mi sarei accontentata anche solo di passeggiare per il paese), mi ha fatto venire diecimila dubbi fomentando quelli che già avevo sul mio rapporto allora, per poi semplicemente uscire dalla mia vita senza nemmeno un ciao, restiamo amici; del Vj ero pazza, assolutamente persa, e ho ricevuto una batosta che non scorderò mai. Non mi è passata nemmeno dopo 8 mesi di cui 6 in Cina, e addirittura a ottobre-novembre, mentre ero qui a patire per via di Sako, ancora quando vedevo una sua nuova foto taggata su Facebook, l’andavo a salvare e ad aggiungere alla sua cartella; e poi sako, per cui è iniziata male ma poi basta guardare in che stato sono in sti giorni per capire che anche qui mi sono ‘azzerbinata’ alla grande per niente…
Col ligure è strafinita che di più non si può, col gaijin vedo che non mi fa neanche più piacere quando mi cerca su facebook, ho un conto in sospeso che prima o poi vorrò chiarire perché gli porto rancore e in genere non ne porto mai a nessuno; il Vj ormai è passato, che ci posso fare? E felicemente fidanzato, e anche a lui porto un po’ di rancore per non avermi degnata di un minimo di considerazione dopo aver capito quanto ci tenevo e avermi detto che non voleva perdere i contatti con una persona valida come me. Sì, le balle. E con Sako… passerà anche lui, non appena mi scuoterò completamente dalla mia stupidaggine. Forse sta avvenendo, chi lo sa. Quando tornerà non so che aspettarmi ma credo che dopo quest’ultima in ogni caso io avrò preso un po’ le distanze.
Insomma, è passato con tutti, solo con A. è sempre rimasto in sospeso. In questi giorni sentirlo e vedere che adesso anche lui pensa le stesse cose che gli avevo detto io riguardo al futuro e alla possibilità di ritrovarci, mi dà un senso di tranquillità. E’ per me come un porto sicuro, in cui approdare sana e salva e rilassarmi e stare bene. Solo ci tengo talmente che voglio essere certa di poterlo rendere altrettanto felice, e senza lo stesso sentimento che lui prova per me temo che lui non lo sarebbe.
Come dice mia sorella, con cui mi sto riuscendo a confidare per la prima volta da quando son partita, ho tempo per pensare. Io invece credo che non saprò nulla fino a che non mi ritroverò con lui.
Se avessi scritto un mini-libro sarebbe stato meglio, ci ho impiegato l’intero pomeriggio! Ma credo che gli dovessi questo post. Soprattutto adesso. E poi, mettere per iscritto il garbuglio della mia testa mi aiuta a fare ordine e a vedere le cose più chiaramente.
Quando sarò vecchia e rileggerò queste pagine della mia vita chissà se sorriderò pensando a quante cose saran cambiate da adesso, o se sorriderò, guardando A. che è seduto al mio fianco? ;)
Senza Parole!
RispondiEliminaUn bacio grande
Cristina
Buon Natale
Ho letto tutto, tutto d'un fiato, ho sentito le vibrazioni nel mio cuore, mi sono immedesimata, ti ho capita, hai fatto benissimoa scrivere tutto, solo così pupi mettere un po' d'ordine.
RispondiEliminaTi abbraccio fortissimo e ti auguro che il Natale porti la serentità di cui hai bisogno.
............finito? Ehi Ele ho letto tutto il post...senti secondo me hai fatto un pò d'ordine, ed hai fatto bene perchè hai preso coscienza di tutto quello che hai vissuto... a grandi linee l'ho rivissuto con te... ma quello che penso sinceramente è il fatto che con A. vedi solo un porto sicuro, stabilità che hai cercato fino ad adesso, sicurezza che nessuno ti ha saputo dare (a parte A. nella vicenda della benzina!!), ma se torneresti da lui senza amore non sarebbe giusto ne per lui ne per te... Puoi solo chiederlo al tuo cuore, segui lui e non sbaglierai... le altre esperienze ti hanno solo fortificata ed è proprio per quelle che oggi sei ciò che sei...non scordarlo! Mi auguro che il nuovo anno ti porti tanta chiarezza ma soprattutto tanta serenità...ti abbraccio piccola!
RispondiEliminaEmh....scusa Ele ho notato qualcosa di illeggibile.... ho scritto "se torneresti"... invece di "se tornassi".... Credimi è veramente grave che io mi sbagli sulla grammatica...
RispondiEliminaLe esperienze son sempre un bagaglio di vita, positive e negative che siano. Se poi riesci anche a trarne qualche insegnamento è il top, ma se non ce la fai non è un problema, son comunque pezzi di te di cui non pentirsi mai.
RispondiEliminaL'unico consiglio che ti darei è questo: la zuppa scaldata non è mai buona. (Te l'ho detto per Sako, te lo ripeto per A.) Non è detto che l'assenza di sofferenze, il fatto di andare d'accordo, la complicità e la sicurezza di ricevere amore rendano felici, ma son sicura che in qualsiasi modo verrà scritta la "fine" non avrai ripensamenti!
E anche se dovessi averne, saranno comunque calibrati al peso che dovrai portarti dietro o che lascerai.
Miiii come son cinica!
Scusa, conosci un paio di storie mie, credo semplicemente che avendo un carattere diverso abbiam subito diverse mutazioni (ovviamente).
Intanto ti mando un bacione e ti auguro Buon Natale!
Io son tornata Sabato da Strasburgo (stupendissima) e domani riparto per passare le feste dagli zii.
Un bacione ^^
Wow, certo che ne avevi di cose da raccontare. In certe cose mi sono rivista pure io. Rimani in Cina per le feste? In ogni caso ti auguro di passare un felice e sereno Natale. Un bacione!!
RispondiEliminaMerry Christmas and Happy New Year! XO
RispondiEliminaNina
mamma che noia.........
RispondiEliminaELLEGI: e non leggere no? o sei masochista?
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