lunedì 20 settembre 2010

Rimedi contro la nostalgia... ; )

Ho già le fitte di nostalgia e la sua mancanza è insopportabile!!! Accidenti!!!
Giovedì sera ho saputo che sarei partita il giorno dopo, quindi avevo poche ore per organizzare tutto: rimandare il trasloco, contattare la padrona e avvertirla, fare la valigia cercando i vestiti negli scatoloni già pronti, avvertire la famiglia, sbolognare la poca roba del frigo e le mie piantine a qualcuno, e salutare il mio Prof. Bear, che diciamolo pure, era l'unica cosa di cui mi importava.

Questa partenza anticipata ha mandato a monte il mio ultimo weekend col Professore e i miei piani di chiarimento... Sì insomma, volevo partire sapendo di non essere solo un'amica, e di metterlo bene in chiaro.
Pazienza... Alla fine mi sono rifiutata di rifiutare un favore all'azienda per questo motivo, e credo di aver fatto bene.
Però non sarei mai partita senza salutarlo, quindi giovedì gli ho scritto, lui mi ha chiamata per farsi spiegare e ci siam messi d'accordo per spostare le piante a casa sua il giorno dopo, prima che lui restituisse la macchina affittata. E' arrivato che ho già capito che qualcosa non andava, abbiam fatto tutto di fretta ma era agitatissimo perché c'era un traffico assurdo in ogni dove. Alla fine siamo riusciti ad arrivare alle 17,30 giuste giuste! Speravo si tranquillizzasse un po' visto che mi aveva detto che era stata una giornataccia da dimenticare, e invece siamo stati lì 45 minuti, perché han cercato di fregarlo e di farsi pagare di più. Insomma... Sono arrivate le 18,15 e io a malincuore gli ho detto che dovevo andare, che non c'era tempo per il caffè. Alla fine abbiam cercato di prendere il taxi insieme, ma niente da fare, era l'ora del cambio e nessun taxi libero o disponibile era in giro. Ho temuto che avrei perso l'aereo... Dovevo ancora finire la valigia e andare fino in aeroporto... Ma mica ci penso a ste cose io, se si tratta di vederlo!

Alla fine ho scongiurato una ragazza che ci ha fatti salire sul suo taxi. Lui poi si è fatto lasciare vicino a casa sua, saluto frettoloso sul taxi fermo in coda : (.

Alla fine ce l'ho fatta tranquillamente, stare con lui mi ha resa molto più veloce e pratica in tutto ciò che riguarda il viaggiare. Aspettavo il taxi sotto casa, e lui mi ha scritto. Si è scusato per avermi fatto perdere tempo, mi ha augurato buon viaggio e mi ha detto che si sarebbe sentito solo, da solo in spiaggia... E io son partita tutta contenta!

Il viaggio è stato lungo ma non ho avuto problemi tecnici con la consegna, che già davo per scontati, mi son venuti a prendere a Caselle e mi hanno persino riaccompagnata a casa, dopo il giro delle varie aziende.

La prima cosa che ho fatto è stata cercarlo su Skype e dirgli che ero arrivata, come mi aveva chiesto. Lui era in linea ma non rispondeva, e io già ad angosciarmi, patetica.
Poi mi arriva un'email in cui mi chiede se son viva, com'è casa e che il weekend è stato un po' noioso senza di me... E io ho messo fuori le alucce della felicità, e ho iniziato a volteggiare sul soffitto!!!

Mi manca tanto. Sono andata a guardarmi il suo album su Picasa e tutti i posti in cui è stato e le varie ragazze che erano con lui e mi sono accorta che ho una paura boia di essere solo una di loro, che comparirò in un paio di album fotografici e nulla più. Un passaggio. E invece io vorrei la permanenza, un bel visto di residenza, per stare in tema!! Altrimenti forse è meglio non avere niente. Quando ti accorgi che sai quello che vuoi, e non sei sicura che sia lo stesso che vuole l'altra persona, hai o non hai il diritto di chiederglielo, e di dire basta se le cose che volete sono diverse? Ci sto pensando su. Quelle foto mi hanno illuminata, non voglio essere un passaggio. E basta.

A proposito di visti di residenza... Dovrò andare a Milano due volte in questi giorni, per cercare di ottenere il mio, visto. Insomma, stavo organizzando tutto mentre scrivevo qui, e indovinate la sorpresa??? Beh, verrà Laura ad aspettarmi in stazione!!! Ahahahaha chi l'avrebbe mai detto??? Stavo organizzando l'incontro con Delia, che ho scoperto frequentare un posto fantastico in comune, e mi becco un'altra blogger!!!! Fighissimo, Laura mi ha pure anticipato che mi porta in un posto che mi piacerà... Diciamo che mi fido ciecamente di lei, e che non vedo l'ora??!!??

Beh ragassuole, ora è meglio che vada a preparare tavola... A prestissimo con aggiornamenti vari!!!


sabato 18 settembre 2010

Crostata ai kiwi con frolla al cacao

Avrei dovuto partire martedì in treno per Pechino, per poi salire sull’aereo la mattina dopo, ma sono stata mandata in ‘missione speciale’ dall’azienda per cui lavoro, per fare una consegna importante entro venerdì mattina. Così, dopo aver deciso tutto giovedì sera, 24 ore dopo, dopo avergli lasciato le mie piantine e aver quasi perso l’aereo dopo aver accompagnato il mio Prof. Bear a restituire la macchina affittata,  sono partita. Insomma, sono in Italia per quasi tre settimane!
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Ingredienti:

Per la frolla al cacao:

180 g burro
130 g zucchero/zucchero a velo
1 uovo e 1 tuorlo
290 g farina
40 g cacao amaro
pizzico di sale
1 bustina di vanillina
un po’ di lievito

Per la crema:
1 tuorlo
4 cucchiai di zucchero
70 g farina
1/2 litro di latte
1 bustina di vanillina

il succo di 1 arancia
4 figli di gelatina
200 g di cioccolato bianco
il succo di 1 limone
1/2 bustina di gelatina in polvere
2 kiwi

Fate la frolla lavorando il burro a pezzetti con lo zucchero, poi unite le uova. Mescolate, aggiungete il sale e pian piano la farina mescolata al cacao, il lievito e la vanillina.
Appena possibile lavorate a mano, fate una palla di pasta, avvolgete in pellicola e mettete in frigo mezz’oretta.
Foderate uno stampo da 28 cm, bucherellate il fondo, ricopritelo con carta forno, riempite di riso o fagioli, e cuocete a 180° per 15-20 minuti.

Intanto preparate la crema: sbattete il tuorlo con lo zucchero, aggiungete la farina e poi il latte freddo con la vanillina. Mettete sul fuoco e mescolate fino al raddensamento. Unite il cioccolato bianco che avrete fuso nel frattempo.
Sciogliete 2 fogli di gelatina nel succo d’arancia scaldato, unitelo alla crema. Unite altri 2 fogli di gelatina e fateli sciogliere nella crema.
Versate la crema nel guscio di frolla, livellatela. Tagliate i kiwi a fettine sottili e sistemateli sopra la crema.
Preparate la gelatina sciogliendo mezza bustina nel succo del limone e acqua, che avrete zuccherato leggermente.

Una volta pronta versatela sopra la torta. Mettete in frigo.
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La mia amica Mary aveva fatto questa torta un paio di anni fa, e mi era piaciuta da morire, sebbene io non sia una fanatica delle crostate. Eppure, quella crema aranciata e avvolgente per via del cioccolato bianco, che contrasta con la frolla scura. Un piacere per gli occhi e per il palato.
E passato tempo, e ancora non avevo avuto il tempo di rifarla.
Ieri è stata l’occasione giusta: oggi saremmo andate da nonna, zii e cugini, e loro mi avrebbero accoppata se mi fossi osata presentarmi senza torta, per cui mi sono dovuta mettere all’opera, cercando di riprodurla come mi ricordavo. I miei strumenti di pasticceria sono in Cina, e gli ingredienti in casa non erano molti, così ho optato per una crostata, che fosse però golosa per loro che hanno sempre voglia di qualcosa di nuovo e inusuale in famiglia, dove le torte che mia zia prepara, seppur buonissime, sono sempre le stesse. Questa crostata mi è sembrata perfetta: e avevo ragione, perché è stato un successone, ben oltre le mie aspettative. Mio cugino mi ha detto che è la torta in assoluto più buona che abbia mai mangiato, insieme a un’altra al cioccolato che avevo fatto, e di cui io non mi ricordo. Io non sono d’accordo, penso di averne fatte di migliori, ma mi ha fatto davvero piacere sentire simili commenti ovviamente! La prossima volta voglio usare l’aroma arancia al posto del succo, perché secondo me si sentiva pochino.
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Abbiate un occhio particolare per la frolla, a cui ho aggiunto un poco di lievito perché, quando Mary l’aveva fatta, era talmente dura che si doveva sudare per tagliarla in fette tutte spezzettate. Spegnete il forno anche se non vi sembra troppo molle… Raffreddandosi, si indurirà.
Si possono sostituire i kiwi con altra frutta, le fragole ad esempio sarebbero ottime. Anche le pesche credo, e in tal caso suggerirei di aggiungere degli amaretti polverizzati nell’impasto della frolla, e di aromatizzate la crema con succo di pesca anziché arancia. Insomma… Vi potete sbizzarrire! Sempre buona sarà!

mercoledì 8 settembre 2010

Buona Ninna

Forse in fondo in fondo lo sapevamo già tutti da tempo, ma forse in fondo in fondo continuavamo a sperare perché sapevamo che non potevi andartene. Quando ieri me lo hanno comunicato, non ci ho nemmeno creduto, sicura fosse un altro errore.

E' buffo come a due, otto, quindici o trent'anni, si continui a vedere sempre una possibilità.

Siamo tutti contenti che l'unico dolore che tu abbia dovuto sopportare, da quando il 12 agosto ti sei addormentata per non svegliarti più, sia stato un forte mal di testa.

Lasci moltissime persone che ti volevano bene, amici e familiari che non ti hanno abbandonata un attimo, durante queste ultime settimane. Da quelli che ti conoscono da una vita, e conoscono i tuoi più piccoli segreti, a quelle che, come me, ti hanno incontrata dopo, ma gli sei subito piaciuta. Lasci ricordi, filmati e fotografie, una casa che parla di te, coi tuoi libri di cucina francese e sulla gravidanza ancora aperti, e tante cose ancora non fatte. Come la nostra super-cena a quattro mani. Come il nostro prossimo viaggio insieme. Si pensa sempre di avere più tempo di quello che si ha.
Lasci un ragazzo che sta dando prova di una forza ammirevole, e siamo convinti che abbia imparato da te. Come dice lui, ci piace pensare che stessi aspettando che Vincent stesse meglio, per andartene. Speriamo abbia preso la tua forza, e che ce la possa fare, per avere un ricordo di te, e per dare a G. una ragione di serenità. Stai tranquilla che gli staremo tutti accanto, anche se non potremo mai sostituirti.

So già che ci saranno tante occasioni in cui ci fermeremo e staremo in silenzio, ricordandoci di te. In uno dei ristorantini dove siamo stati, se mai ritornerò a Shanghai, quando vedrò una Lemon Tarte, o quando giocheremo a Truco e ci verrai in mente tu, quanto eri competitiva e prefessionale in tutto, anche a giocare a carte. E quando discuteremo su qualche argomento impegnato, e non ci sarà più la tua passione e la tua forza di convincimento, che A. ha sempre apprezzato perché difendevi le tue posizioni in modo ammirevole, e in quella che non era la tua lingua. 'Argomenta in modo superbo... Sarebbe una perfetta italiana', aggiungevo io. E tutti concordavano e ci scappava un sorriso di nostalgia.

Tu queste cose non le sai, stavi già dormendo.
Beh, non ti disturbo oltre... Ssshhh!! Riposa serena.

Ciao Maggie.


domenica 5 settembre 2010

Home-made American breakfast… The joy of cooking together

Beh, ve l’avevo promesso… Però ho dovuto aspettare che lo chef si sentisse ‘in vena’.
Venerdì sera ho raggiunto il mio professor Bear all’Lpg, con altri amici. Lui è stato carinissimo con me, mi ha servita tutta la sera e si è completamente dedicato a me, tutto il tempo. Mi ha anche detto che aveva qualcosa per me, ma non posso dire cosa. Comunque, una carineria. Abbiamo diviso un Whiskey e dopo che avevo bevuto lui ha detto che adesso sapeva di me e che era ancora più buono. Michael, il suo amico, mi ha anche detto che A. gli aveva raccontato del viaggio che avremmo dovuto fare, e la cosa mi ha stupita, perché ero convintissima che non avrebbe informato nessuno al riguardo, e tantomeno avrebbe specificato che in viaggio saremmo stati solo io e lui. E invece…
Poi siam andati a casa, l’unico posto in cui ormai riesco a dormire come un ghiro e col sorriso. Lui doveva lavorare un po’ ancora e la mattina dopo mi ha detto che mi sono addormentata sul divano nel giro di un minuto.
Venerdì sera mi aveva proposto di fare di nuovo i pancakes, ma non era la prima volta che lo dice quando è un po’ brillo, quindi non mi sono illusa… E invece, sabato mattina si è ricordato, e pancakes sono stati!! A dire la verità mancava il burro, così ho fatto che fare una scappata a casa mia a prenderlo, e approfittarne per fare un paio di commissioni. Non vedo l’ora di abitare nell’altra casa, sarà molto più facile!! Comunque, al mio ritorno aveva già preparato tutto… Impasto per i pancakes
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e per le uova strapazzate
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Anche Sander sarebbe venuto a colazione. Mentre lo chef si accingeva a mescolare, l’ha chiamato suo fratello dalle Hawaii, così, visto che la cosa durava per le lunghe, mi ha chiesto prima di mescolare… Poi è dovuto andare a comprare le forchette (in casa ha due forchette e un coltello che taglia, che gli ho fatto comprare io), così ho fatto che mettermi all’opera. Quando è tornato mi ha detto che ho un talento naturale e che erano molto più belli dei suoi, così ho fatto che finire. Lui si è occupato delle uova. Beh, non so se si tratti di talento naturale, fatto sta che anche i suoi la prima volta erano buonissimi e bellissimi!!! Così li voglio comunque considerare qualcosa che lui ha cucinato per me, e che tra l’altro, è stata la prima volta in vita mia (che un ragazzo abbia cucinato per me, intendo).

A.’S PANCAKES

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Ingredienti:
1 confezione di preparato per pancakes
uova
latte
burro salato
maple syrup

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Beh sì, lui usa il preparato in scatola, e poi ci aggiunge uova e latte… Che vi aspettavate?? Ma suvvia, state tranquille… Appena mi trasferisco ci penserò io a farli dall’inizio alla fine, e ovviamente ri-posterò! Per adesso, solo foto, e due semplici regole:
-seguite le istruzioni sulla confezione, aggiungendo cosa è necessario. Poi sbattete bene fino ad ottenere un impasto liscio… Lui fa tutto a occhio, e al massimo aggiunge un po’ di preparato. E sbatte con una forchettina. Dice che, se anche non viene perfetto, è più ‘rustico’. Io sono pienamente d’accordo, anche se la mania di perfezionismo ha fatto sì che, mentre lui era al telefono, cominciassi la mia guerra contro i grumi, uscendone vittoriosa e soddisfatta, anche se cosciente di avere un problema.


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-lo volete un piccolo trucco? Quello che trasformerà i vostri pancakes in qualcosa di veramente speciale?
Beh, usate il burro salato per cuocerli… Giusto un pochino per il primo, poi potete proseguire a farne altri senza bisogno di ri-ungere… Ogni tanto, ripetete l’operazione.
Anche da soli, appena spadellati, sono la fine del mondo!!! Se non avessi dovuto fare le foto, li avrei fatti fuori tutti a mano a mano che erano pronti… Esattamente come abbiamo fatto l’altra volta ;)!
Insomma ungete con un po’ di burro salato il padellino, poi quando è bello caldo mettete al centro un mestolo di impasto. Quando inizia a fare le bolle (molto in fretta), girate il vostro pancake.

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Et voilà!!! Pronto!! Proseguite fino a finire l’impasto, ri-ungendo quando necessario.
Poi fate le uova, con latte, uova, formaggio grattugiato, sale, origano (almeno, lui le ha fatte così).

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Ed ecco qua la nostra colazione americana:

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E il mio modello:

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Allora la foto di sopra sotto al titolo ce l’avevo in mente da una vita… La prima volta aveva fatto una torre di pancakes fantastica… Il burro era ben distribuito e lo sciroppo colava ad arte… E io non avevo la macchina con me. –.-‘
Stavolta ce l’avevo ma lui ha accettato di farmi da modello ma rifiutato di cambiarsi la maglia (io volevo una T-shirt blu), e soprattutto ho dimenticato tutti gli insegnamenti di Ivan riguardo a Photoshop. Accidenti che peccato, era fantastica nella mia testa, ma tra il dire e il fare c’è la mia incapacità e la sua scarsa collaborazione… Non che lo possa proprio rimproverare, visto che prima di permettergli di mangiare gli avrò spostato le mani dieci volte… Diciamo che non ho voluto tirar troppo la corda. Comunque, quella camicia gli sta benissimo, e coi pancakes davanti, fa proprio ‘rustico’, come ce piace a noi.

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Comunque, condite con qualche pezzetto di burro salato e una bella colata di maple syrup, inforchettate e… Godete!!! Insieme a una bella tazza di caffè fumante americano (il nostro, vanilla e macadamia nut).
Una colazione da re.
Sabato pomeriggio mi sono addormentata sul divano. Non so cos’abbia casa sua, ma dormirei sempre. Fatto sta che mi ha presa in braccio, mi ha sistemata meglio sulla parte lunga del divano, e mi ha coperta. Poi lui e Sander sono rimasti in cucina parlottando piano, finché è suonato il citofono, al che mi sono svegliata e non ho più voluto dormire nonostante le sue insistenze.
Così abbiamo guardato un poi di loro foto vecchie, di Halloween o altre feste… Io non c’ero allora, ma mi sarebbe piaciuto avere tante foto ricordo di noi… Non ne ho più fatte e se non sono io nessuno ci pensa.
Quando i suoi ospiti sono andati a casa io e lui ci siamo dedicati al suo ‘regalo per me’ della sera prima, poi ci siamo addormentati tutti e due, di nuovo. Ve l’ho detto, quella casa è portentosa.
Io la sera avevo una cena coi colleghi, quindi sono andata a casa di corsa e poi a mangiare, e dopo gli ho chiesto dov’era e lui era a casa, così l’ho raggiunto lì. Abbiamo finito di vedere un film e poi siamo andati a dormire che erano già le 3.
In questo weekend lui è stato di nuovo dolcissimo, abbiamo sempre dormito abbracciati tutti intrecciati. Mica ci riesci con tutti!! Io in genere se non ho il mio spazio nel letto col cavolo che dormo! Invece lui mi prende mi stringe e voilà, mi ritrovo nella posizione più comoda e beata! E’ fantastico. Lui adora che gli accarezzi i capelli, esattamente come me, così ci coccoliamo parecchio. I’m so in love.
Domenica siamo andati da B&Q per cercare la vernice e altre cose. Lui si è messo in testa di aggiungere delle piante e di trapiantare quelle che ha già, così l’ho aiutato a scegliere vasi e sottovasi della misura giusta. Accidenti glieli ho fatti scegliere alcuni blu e altri color crema chiarissimo, insieme sono bellissimi!
Poi abbiamo incontrato Bettina e abbiamo pranzato insieme. E poi, dopo varie discussioni e scambi di consigli su progetti vari, ci siamo avviati a casa.
Stavamo aspettando un taxi quando lui mi ha detto:
”You look pretty today”, e intanto mi ha tolto qualcosa dai capelli.
Io subito gli ho chiesto cos’avevo che non andava e lui mi ha detto “Nothing”.
”So why are you making fun of me?”
”I’m not making fun, I just said that you are pretty today”
”Yea, but that’s weird!”
”Yes, it's so weird... because you usually look soooo orrible. Why is that weird?”
”Because it’s… weird” e sono arrossita.
”Mmh… That’s not good”.
Insomma, mi ha detto che ero bella oggi!!! E non ero manco truccata ed ero orrenda perché ero a casa sua e non avevo nulla per rendermi decente!! Che bello che bello!! E così almeno ha pure capito che i suoi complimenti sono talmente rari che faccio fatica a crederci!!! :D
A quest’ora saremmo dovuti essere a Xi’an, a mangiare e passeggiare nella Muslim Street… Ne parlavamo con Bettina e io mi lamentavo del tempo, che l’estate qui è stata pessima, che mi manca il mare, che voglio andare in un posto estivo, e lei se ne esce con un “Go to Hawaai, to A.’s brother”.
Io le ho detto che lui probabilmente sarebbe andato, e lei, imperterrita: “Go with him”. Ho lasciato cadere il discorso, ma spero che lui abbia sentito. Io veramente già ci pensavo da secoli, ma mica posso decidere di aggregarmi così. Comunque…
Siamo tornati a casa, io ancora a pensare a quel “You look pretty”, poi Guillaume ha chiamato, e ci ha raggiunti mentre portavamo fuori le piante.
Ero un attimo in bagno che mi chiamano dicendo che avevano bisogno del mio aiuto, così mi ci son messa, e ho diretto il trapianto delle felci e altre piante coi bulbi enormi. Era una scena abbastanza buffa, Guillaume a guardare a distanza, dando consigli, A. a tenermi sollevate le foglie delle piantine e io, in jeans, maglia lunga e scarpette col tacco a ficcare le braccia nel sacco di terra e a fare il lavoro sporco. Dopo un po’ si è creato un gruppetto di persone che sono venute a vedere. Un vecchio signore ci ha pure regalato altre piantine da piantare. Così, adesso casa sua sembra un orto botanico! Ma il mio basilico è il più bello di tutti! Anzi, a casa sua sta molto meglio che da me, le condizioni sono perfette lì.
Credo che entrambi avessimo immaginato una fine diversa per quel pomeriggio, ma non importa. Siamo usciti per un caffè e io li ho lasciati andare per conto loro. Credo che Guillaume avesse piacere di parlare da solo con A. Insomma… Io ritengo che ognuno abbia bisogno dei suoi spazi e visto che sono da A. ogni weekend e facciamo tutto insieme in quei tre giorni, magari gli fa piacere starsene coi suoi amici, senza di me. Quindi ho detto che sarei andata a casa. Al suo: “Why??”, a momenti mi scioglievo. Mi manca già. Io e il mio essere rispettosa!!!! Accidenti a me! Accidenti ho una sorta di dipendenza ormai… Con Bettina parlavamo del ragazzo cinese con cui sta uscendo e lui se n’è uscito dicendo che, se fosse perfetto, sai che noia… Che noia essere sempre d’accordo su tutto, essere uguali, non avere mai nulla su cui scontrarsi. Beh… Finora a dir la verità per noi è così. Non c’è cosa su cui abbiamo pareri diversi. E non riesco a immaginare motivo per cui potremmo litigare. E spero tanto che non dicesse proprio sul serio, perché io non sono affatto annoiata né stufa, neanche un po’.
Mi ha detto che la prossima volta mi fa i pancakes alla banana. Can’t wait for that.
Devo fare una precisazione: non hanno spento le macchine a Maggie. La notizia era stata interpretata male per via della lingua e dei vari passaggi. Insomma… Un po’ i medici non dicono chiaramente che succede, un po’ G. non capisce il cinese, un po’ passaparola telefonico. Maggie ha avuto un peggioramento e han detto che non avrebbe passato la notte, invece poi si è stabilizzata. Sappiamo che è questione di tempo, giorni, settimane o mesi che siano, ma per adesso è ancora con noi, almeno fisicamente.
Il bimbo invece ha preso un pochino di peso e sono riusciti a nutrirlo un minimo.
Queste le ultime di oggi.

giovedì 2 settembre 2010

Whatever.

Sono giorni che non dormo, che sono nervosa, stanca e stressata. Ho problemi di soldi, di tempo e di salute. Ho spesso delle coliche addominali dolorose, mal di testa, male agli occhi, troppe cose da fare in pochissimo tempo e il mio stupido carattere per cui prendo tutto troppo sul serio e se non faccio tutto alla perfezione non va bene.
Tra il viaggio con A. da pianificare (dovevo occuparmene io perché è dovuto partire in fretta e furia per Shanghai per lavoro), ed era la primissima volta che devo fare un piano di viaggio e lui è fantastico a pianificare, mica potevo essere da meno, il biglietto per tornare qua da prendere, che costa una cifra spropositata tra la fine dell'Expo e la festa della repubblica, tra gli alberghi per stare una notte a Pechino e prenotare i treni in tempo. E pensare a chi lasciare le piante quando non sarai qui, e occuparsi del loro trasporto. Oltre a tutto si mettono le agenzie per farmi vedere le case, e spesso ti portano in posti che ti chiedi come possano pensare che qualcuno ci possa vivere. E poi ne trovi una e allora devi incontrare il padrone, e discutere sul prezzo e le condizioni, e pagare, e poi inscatolare tutto per il trasloco, e fare i bagagli per il viaggio, e poi quelli per l'Italia. E lavorare full-time, a un'ora di pullman da dove abiti. E lavarti, cucinarti, fare le lavatrici, e tutto il resto.
Ti chiedi come farai a pagare tutto, cerchi di calcolare se ti bastano i soldi, e se ci arrivi a malapena ti dici che però non puoi rinunciare a niente, perché l'unica cosa a cui potresti rinunciare sarebbe l'unica cosa figa di tutto quanto.

E poi trovi il volo, finalmente, a un prezzo alto ma sempre più basso di quello che sembrava saresti stata costretta a spendere, il tuo collega te lo compra, e ti rilassi un pochettino, e riesci ad addormentarti prima delle 4.
E il giorno dopo devi incontrare i padroni della casa e controllarla e decidere se si può raggiungere un accordo. E il tuo viaggio col tuo uomo è l'unica cosa per cui pensi valga la pena fare tutto questo. E l'idea di avvicinarti a lui e poter raggiungere casa sua a piedi è quello che ti spinge a traslocare adesso senza aspettare tre mesi, e farlo con più calma senza tutto il resto di mezzo.

E poi ti arriva una telefonata, stamattina, proprio da lui, che ti dice che è tornato e senti già il cuore che aumenta i battiti, e poi lui ti dice che stanno spegnendo le macchine a Maggie. Proprio in quel momento. E tutto si ferma. Cerchi il tasto del rewind, credi ci sia stato un errore di percorso, ma tutto è inceppato e non vuol saperne di funzionare.

Si sapeva, eravamo in attesa. Ma ci eravamo come abituati, in fondo era come se ognuno di noi continuasse a sperare che le previsioni dei medici continuassero a rivelarsi sbagliate. Un terno al lotto, insomma, speravamo di vincere. Ci eravamo abituati alla sua presenza/assenza, era come se, anche se non realmente, lei fosse sempre con noi, che fosse solo questione di tempo. La stavamo aspettando, insomma.

E invece no, come una doccia fredda ti rendi conto che era solo una stupida illusione, e che bisogna svegliarsi.

Abbiamo cancellato il viaggio. A. mi ha detto di riflettere se volevo andarci lo stesso da sola, nel caso non ci avessero risarcito i biglietti. Ma non se ne parla, come potrei? Oltre a non goderselo affatto e a sentirsi in colpa, anche se si sa che non si ha il potere di cambiare le cose, magari G. avrà bisogno di gente vicino. Magari non di me, magari i non familiari non saranno ammessi al funerale, non sappiamo come funzioni, ma voglio essere qui.

Così, oggi ho incontrato la nuova padrona, e siamo giunte a un accordo. Ho preso la casa. Non so ancora se ho fatto bene o no, ma non ero in grado di ragionare totalmente in maniera razionale ed ero stanca, stufa, e riuscivo solo a pensare che sono solo soldi, è solo una casa.

Quindi mettiamola così: spenderò lo stesso che avrei speso stando qui, dove il bagno è migliore e tutto funziona, per una casa in pieno centro, da cui posso raggiungere a piedi tutti i posti che uso frequentare, e prenderò un solo pullman per andare in azienda. E finito, non ne voglio più sapere. So che avrei voluto avere un'opinione altrui prima di decidere, ma alla fine non m'importa poi tanto... L'importante è avere un letto e che io possa risparmiare.

Dopo sono andata da A. e insieme siamo andati in stazione a restituire i biglietti. Ci hanno dato qualcosa indietro, non tutto ma meglio che niente.

A. mi ha detto "I was really looking forward to go on this trip". Sapessi io... Più che altro, perché chissà quando ricapiterà l'occasione. Mi ha anche detto che il programma che avevo fatto era molto buono... Promossa!

Insomma... Tutto ciò che mi ha stressata in questi giorni, tutto ciò che mi preoccupava tanto... E' buffo come, all'improvviso... I don't care. I really don't. Vuoi un affitto troppo alto? Va bene, non importa, starò dove sono, chi se ne frega. Ah, accetti le mie condizioni? Cool. Non riesco ad accettare quando la vita è così dura per qualcuno che si meriterebbe solo di essere sereno e felice e non chiedeva altro. E' inutile farsi i piani, tanto basta un niente e tutto va a farsi benedire.

Oggi, l'unica parola che direi a chiunque mi si metta davanti sarebbe: WHATEVER.
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