giovedì 2 settembre 2010

Whatever.

Sono giorni che non dormo, che sono nervosa, stanca e stressata. Ho problemi di soldi, di tempo e di salute. Ho spesso delle coliche addominali dolorose, mal di testa, male agli occhi, troppe cose da fare in pochissimo tempo e il mio stupido carattere per cui prendo tutto troppo sul serio e se non faccio tutto alla perfezione non va bene.
Tra il viaggio con A. da pianificare (dovevo occuparmene io perché è dovuto partire in fretta e furia per Shanghai per lavoro), ed era la primissima volta che devo fare un piano di viaggio e lui è fantastico a pianificare, mica potevo essere da meno, il biglietto per tornare qua da prendere, che costa una cifra spropositata tra la fine dell'Expo e la festa della repubblica, tra gli alberghi per stare una notte a Pechino e prenotare i treni in tempo. E pensare a chi lasciare le piante quando non sarai qui, e occuparsi del loro trasporto. Oltre a tutto si mettono le agenzie per farmi vedere le case, e spesso ti portano in posti che ti chiedi come possano pensare che qualcuno ci possa vivere. E poi ne trovi una e allora devi incontrare il padrone, e discutere sul prezzo e le condizioni, e pagare, e poi inscatolare tutto per il trasloco, e fare i bagagli per il viaggio, e poi quelli per l'Italia. E lavorare full-time, a un'ora di pullman da dove abiti. E lavarti, cucinarti, fare le lavatrici, e tutto il resto.
Ti chiedi come farai a pagare tutto, cerchi di calcolare se ti bastano i soldi, e se ci arrivi a malapena ti dici che però non puoi rinunciare a niente, perché l'unica cosa a cui potresti rinunciare sarebbe l'unica cosa figa di tutto quanto.

E poi trovi il volo, finalmente, a un prezzo alto ma sempre più basso di quello che sembrava saresti stata costretta a spendere, il tuo collega te lo compra, e ti rilassi un pochettino, e riesci ad addormentarti prima delle 4.
E il giorno dopo devi incontrare i padroni della casa e controllarla e decidere se si può raggiungere un accordo. E il tuo viaggio col tuo uomo è l'unica cosa per cui pensi valga la pena fare tutto questo. E l'idea di avvicinarti a lui e poter raggiungere casa sua a piedi è quello che ti spinge a traslocare adesso senza aspettare tre mesi, e farlo con più calma senza tutto il resto di mezzo.

E poi ti arriva una telefonata, stamattina, proprio da lui, che ti dice che è tornato e senti già il cuore che aumenta i battiti, e poi lui ti dice che stanno spegnendo le macchine a Maggie. Proprio in quel momento. E tutto si ferma. Cerchi il tasto del rewind, credi ci sia stato un errore di percorso, ma tutto è inceppato e non vuol saperne di funzionare.

Si sapeva, eravamo in attesa. Ma ci eravamo come abituati, in fondo era come se ognuno di noi continuasse a sperare che le previsioni dei medici continuassero a rivelarsi sbagliate. Un terno al lotto, insomma, speravamo di vincere. Ci eravamo abituati alla sua presenza/assenza, era come se, anche se non realmente, lei fosse sempre con noi, che fosse solo questione di tempo. La stavamo aspettando, insomma.

E invece no, come una doccia fredda ti rendi conto che era solo una stupida illusione, e che bisogna svegliarsi.

Abbiamo cancellato il viaggio. A. mi ha detto di riflettere se volevo andarci lo stesso da sola, nel caso non ci avessero risarcito i biglietti. Ma non se ne parla, come potrei? Oltre a non goderselo affatto e a sentirsi in colpa, anche se si sa che non si ha il potere di cambiare le cose, magari G. avrà bisogno di gente vicino. Magari non di me, magari i non familiari non saranno ammessi al funerale, non sappiamo come funzioni, ma voglio essere qui.

Così, oggi ho incontrato la nuova padrona, e siamo giunte a un accordo. Ho preso la casa. Non so ancora se ho fatto bene o no, ma non ero in grado di ragionare totalmente in maniera razionale ed ero stanca, stufa, e riuscivo solo a pensare che sono solo soldi, è solo una casa.

Quindi mettiamola così: spenderò lo stesso che avrei speso stando qui, dove il bagno è migliore e tutto funziona, per una casa in pieno centro, da cui posso raggiungere a piedi tutti i posti che uso frequentare, e prenderò un solo pullman per andare in azienda. E finito, non ne voglio più sapere. So che avrei voluto avere un'opinione altrui prima di decidere, ma alla fine non m'importa poi tanto... L'importante è avere un letto e che io possa risparmiare.

Dopo sono andata da A. e insieme siamo andati in stazione a restituire i biglietti. Ci hanno dato qualcosa indietro, non tutto ma meglio che niente.

A. mi ha detto "I was really looking forward to go on this trip". Sapessi io... Più che altro, perché chissà quando ricapiterà l'occasione. Mi ha anche detto che il programma che avevo fatto era molto buono... Promossa!

Insomma... Tutto ciò che mi ha stressata in questi giorni, tutto ciò che mi preoccupava tanto... E' buffo come, all'improvviso... I don't care. I really don't. Vuoi un affitto troppo alto? Va bene, non importa, starò dove sono, chi se ne frega. Ah, accetti le mie condizioni? Cool. Non riesco ad accettare quando la vita è così dura per qualcuno che si meriterebbe solo di essere sereno e felice e non chiedeva altro. E' inutile farsi i piani, tanto basta un niente e tutto va a farsi benedire.

Oggi, l'unica parola che direi a chiunque mi si metta davanti sarebbe: WHATEVER.

9 commenti:

  1. Oh tesoro, mi si spezza il cuore per Maggie. La vita é cosi ingiusta. Per quel poco che possa valere ti abbraccio forte.
    E' vero che a volte ci troviamo in situazioni cosi stressanti, tutto va male, sembra che niente possa o non voglia funzionare. Anche io mi faccio mille paranoie e problemi ma poi mi rendo conto che non ne vale la pena. Tanto poi uno su un sacco di cose non puo' fare granché. Bisogno godersi tutti gli attimi, la vita é cosi breve e manco ce ne rendiamo conto.
    Un bacione!!! e tieni duro.

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  2. Al giorno d'oggi, meglio non pianificare, io penso sia necessario "vivere alla giornata"!
    A presto, sono diventata una tua sostenitrice!!!

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  3. Non ti conosco...
    ...non mi conosci...
    Ma ti abbraccio.

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  4. Leggendo il post ho percepito tanto nervosismo nella tua scrittura e sono sicura che se prendi le cose più con calma riesci anche a ragionare meglio. Non si può avere sempre tutto sotto controllo quindi bisogna allentare un pò la presa e prendersi quello che viene anche se di carattere vorremmo sempre che tutto fosse come vorremmo noi! La vita è così e forse è anche un bene che sia così, pensa che noia se tutto filasse liscio come l'olio e non ci fosse mai qualche imprevisto! Dici: "si, parli bene tu che non ci stai passando!" invece mia cara ci passiamo tutti! E se tutti ci facessimo prendere gli scompensi saremmo tutti esauriti e depressi. Prendi con un pizzico di ironia e menefreghismo ciò che la vita ti da e vedrai che riuscirai a riderci sopra! Ricordati che il mondo è fatto di montagne, pianure e colline. Non è mica tutta un'arrampicata!!! :-) Baci

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  5. Ciao, non so proprio come consolarti, non ci sono veramente parole..... ti sono vicina
    un bacio
    cristina

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  6. mi dispiace molto per quello che è successo...ma hai scritto cose belle e giuste
    un abbraccio

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  7. KRISTEL: grazie tesoro... è vero la vita è breve, e non si è mai sicuri del domani... chi è che aveva detto che bisogna sempre vivere il giorno d'oggi come se fosse l'ultimo? parole sante...

    LORY B.: ciao... è verissimo, anche se alla fine è impossibile farlo davvero... un figlio, una vita insieme.. per forza viene da pianificarle... e poi la vita è proprio dura a volte..

    GIULIA: :) abbraccio ricevuto... grazie.

    KLOD: hai ragione per quanto riguarda i piccoli problemi quotidiani, ma come si fa a prendere con ironia e menefreghismo un'amica che sta morendo? questo proprio no. nel post volevo proprio dire quello, che i problemi che ci sembrano enormi in realtà sono ben poca cosa quando le cose gravi succedono...

    CRISTINA. grazie Cri.

    MARGHERITA: :) grazie

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  8. No scusa forse non hai capito, su quello non intendevo di prenderla con menefreghismo e ironia... non sono mica un mostro! Ma sulle piccole cose si! No, mi dispiace per te e la tua amica ma non direi mai una cosa del genere per cose così gravi! Neanche a pensarlo! Mi scuso se mi hai fraintesa!

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  9. KLOD: oddio, scusami tu, non so che mi è preso... Ma certo che non ti riferivi alle cose gravi, sono io che ero nervosa e interpreto tutto in modo contorto. Ti chiedo scusa, ho un caratteraccio che viene fuori al primo accenno di debolezza o nervosismo. scusa scusa scusa!

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